Progetto di valorizzazione e monitoraggio dei legni del sito UNESCo Lucone di Polpenazze del Garda (BS)
Il progetto “Pile 3Dwellings” per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS) – sito UNESCO -, nasce grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia,competente per la tutela del territorio, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, da cui dipende il Laboratorio per il Restauro del Legno Bagnato, la Fondazione “Piero Simoni”, ente gestore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo (BS), 7emezzo.biz e AerariumChain.
Il progetto si declina in differenti azioni che hanno come scopo quello di valorizzare le potenzialità del sito del Lucone, uno dei siti più importanti in Europa per la conservazione di elementi strutturali in legno appartenenti all’alzato. Si tratta di parti di pareti, travi, capriate, frammenti di davanzali, soglie, porte che, dopo un attento lavoro di documentazione e restauro, potranno consentire una ricostruzione sempre più accurata scientificamente di case in legno di 4000 anni fa.
Il progetto prevede sia una ricostruzione virtuale interattiva che permetterà al visitatore di consultare la collocazione e lo stato di conservazione di alcuni elementi inseriti nella scena virtuale, sia una campagna di monitoraggio tramite scansioni laser di diversi reperti lignei rinvenuti negli anni. Il progetto consentirà dunque di seguire il progressivo restauro e studio degli straordinari reperti del Lucone.
Il Museo Archeologico Valle Sabbia
Le collezioni del MAVS (Museo Archeologico Valle Sabbia) – Gavardo (BS) offrono al visitatore il quadro in continua evoluzione delle conoscenze riguardanti la Preistoria e la Storia della comunità umana e delle sue strategie insediative ed economiche in Valle Sabbia e più in generale nell’area gardesana occidentale. Particolare attenzione è accordata al gruppo di abitati palafitticoli di Lucone di Polpenazze e all’abitato del Lucone D, oggetto della ricostruzione virtuale interattiva nell’ambito del progetto Pile 3Dwelling. All’interno della sezione sono presenti reperti di natura ceramica, lignea e carpologica conservati in maniera ottimale grazie alle particolari condizioni ambientali.
SCANSIONI SUI REPERTI
Sono state condotte diverse scansioni tridimensionali fotogrammetriche di reperti ceramici e di altri manufatti conservati al MAVS, utili alla ricostruzione virtuale della palafitta. I modelli risultanti dalle scansioni saranno inseriti nella ricostruzione virtuale interattiva.
Monitoraggio delle travi in legno con Scanner a luce strutturata
Sulle due travi in legno di quercia della lunghezza di 8 m, caratterizzate da 25 fori quadrangolari, ritrovamento eccezionale della campagna di scavo del 2015 e che costituisce un unicum nell’ambito dell’archeologia preistorica dei siti palafitticoli, la scansione è stata effettuata da AerariumChain utilizzando uno scanner a luce strutturata.
La tecnica di ripresa utilizzata è la fotogrammetria 3D – SfM (Structure from Motion), un sistema non invasivo che permette di ottenere una scansione 3D di un oggetto senza toccarlo o misurarlo direttamente.
Un’ulteriore scansione a distanza di un mese, confrontata con la prima, permetterà di riscontrare eventuali differenze o segni di deterioramento dei reperti e di intervenire al fine di preservarli al meglio. I modelli 3D ad alta definizione, inseriti nella ricostruzione, potranno essere interrogati dall’utente restituendo informazioni sullo stato di conservazione e sul monitoraggio.
Scansione fotogrammetrica dei reperti ceramici
Per la scansione fotogrammetrica dei reperti ceramici ci siamo avvalsi dell’utilizzo di specifiche strumentazioni (fotocamere reflex professionali con obiettivi opportunamente calibrati), con la finalità di ottenere un archivio di immagini fotografiche uniformi nei parametri di esposizione, di tonalità, di saturazione, ed ottenere un modello tridimensionale fotogrammetrico altamente affidabile.
Le diverse forme ceramiche prese in esame sono state selezionate come campioni rappresentativi per via della loro morfologia e tipologia: dai recipienti da mensa (tazze, ciotole e boccali) o per servire e conservare bevande (anfore), a quelli per cucinare (scodelle e vasi troncoconici) fino ai grandi vasi per conservare derrate alimentari di vario tipo (orci e dolii).
I reperti di dimensioni ridotte sono stati scansionati all’interno di una lightbox posizionati su una pedana girevole comandata a distanza con un controller, mentre per il vaso biconico la scansione è avvenuta
La presenza di reperti provenienti dalle ricerche archeologiche sul campo e il continuo confronto con le fonti e lo studio dei dati scientifici contribuiscono a rendere l’ambientazione della ricostruzione il più verosimile possibile rispetto alla realtà storica. Ricollocando gli oggetti e gli elementi strutturali nel contesto originale è possibile comprendere la tecnica costruttiva e la particolare architettura delle palafitte, su cui restano ancora aperti degli interrogativi. Sarà inoltre possibile seguirne il processo di restauro e di studio.