Category Archives: 3D – Scansioni 3D

Scansione 3D – Grotte di Pertosa (SA)

In collaborazione con la Fondazione MIDA nelle Grotte di Pertosa, avanti già alle spalle numerosi studi, sono stati portate avanti indagini archeologiche, costanti lavori di conservazione e miglioramento per garantire la preservazione delle formazioni calcaree.

Le Grotte presentano infatti due unicità che consistono nell’essere le uniche grotte in Italia dove è possibile navigare un fiume sotterraneo, il Negro ed essere le sole in Europa a conservare i resti di un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C.

GROTTE DI PERTOSA

Le Grotte di Pertosa, conosciute anche come le Grotte dell’Angelo, sono famose per le loro formazioni calcaree spettacolari e per i fiumi sotterranei che le attraversano. Si tratta di una serie di grotte sotterranee situate nella città di Pertosa, nella regione della Campania.

Le prime indagini furono compiute nel 1898 da due studiosi, Giovanni Patroni e Paolo Carucci. Oltre ai numerosi reperti che delinearono le diverse fasi di frequentazione umana della grotta, quest’ultimo rinvenne una struttura di legno, simile ad una palafitta; mentre Carucci, raggiungendo una profondità di 2,80 metri scoprì in una seconda palafitta.

Dopo l’apertura del sito nel 1932, gli studiosi hanno studiato e analizzato le stalattiti e le stalagmiti li presenti e nel corso degli anni hanno allestito e organizzato il geosito in percorsi turistici tali da poter camminare lungo i sentieri e attraversare i fiumi sotterranei in piccole imbarcazioni. Negli anni 2009 e 2013 di fatto la situazione si è trasformata in relazione al deposito terroso inglobato in una banchina di imbarco per i turisti e per la costruzione di una diga che ha innalzato il livello idrico sommergendo il giacimento archeologico. Le indagini moderne hanno messo in evidenza come l’impianto palafitticolo, datato con il radiocarbonio al II millennio a.C., si sviluppa sia lungo il margine sinistro dell’antegrotta che in ambienti completamente bui.

Oltre all’aspetto turistico, le grotte hanno continuato a essere oggetto di ricerche scientifiche e geologiche. Gli speleologi e gli scienziati hanno studiato la flora, la fauna e la geologia delle grotte per comprendere meglio il loro ambiente unico.

 

GROTTE DI PERTOSA, SALERNO

STORIA DEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI


La storia degli scavi e dell’esplorazione di queste grotte inizia nel XX secolo. Le Grotte di Pertosa furono infatti scoperte per la prima volta nel 1932 da un gruppo di speleologi italiani. Questi speleologi, tra cui Ettore Molaroni, Antonio Romanelli, e Raffaele Bentivoglio, furono i primi a esplorare le grotte in profondità e a documentarne le caratteristiche geologiche e naturali.

Dopo la scoperta iniziale, gli speleologi continuarono ad esplorare e studiare le grotte scoprendo numerosi passaggi, vasellame, camere sotterranee e corsi d’acqua all’interno delle grotte. La prima sezione delle grotte fu resa accessibile ai visitatori attraverso sentieri e passerelle nel 1938 e solo successivamente furono installate luci per illuminare le formazioni calcaree e furono aperti nuovi percorsi turistici.

Le Grotte di Pertosa sono diventate una delle principali attrazioni turistiche nella regione della Campania e sono state oggetto di costanti lavori di conservazione e miglioramento per garantire la sicurezza dei visitatori e la preservazione delle meravigliose formazioni calcaree.

VIDEO PANORAMICO- GROTTE DI PERTOSA

Breve video panoramico delle meravigliose Grotte di Pertosa con un ringraziamento al Presidente della Fondazione MIdA Francescantonio D’Orilia, Sindaco di Pertosa Michele Caggiano, l’ingegnere Angelo Mastrangelo, gli speleologhi Antonio Coronato e Pierino Di Blasio e la responsabile marketing Fondazione MIdA Anna De Mauro

Progetto Europeo Prometheus – aggiornamento Ottobre


Nell’ambito del progetto di ricerca europea Prometheus, dal 14 al 21 ottobre 2022 abbiamo svolto la prima scansione delle fortificazioni sulla Via delle Fortezze a Danzica, Polonia.

https://www.youtube.com/watch?v=WDNrYGax5aU


L’obiettivo di PROMETHEUS è quello di attuare un’azione interdisciplinare per la documentazione e la catalogazione delle informazioni sui beni architettonici, stimolando la formazione dei ricercatori sul valore costruttivo e storico dei Percorsi dei Beni Culturali.

La ricerca svilupperà metodologie innovative di digitalizzazione dell’architettura con l’integrazione di dati multidisciplinari e modelli informativi prodotti da figure specializzate in grado di operare sui beni del patrimonio.

Una prima azione come caso studio pilota, praticata sui monumenti presenti nel percorso di Upper Kama (Russia), è finalizzata alla definizione una “Charta”, per permetterne la replicabilità. La rete di ricercatori dei diversi settori coinvolti favorisce l’ampliamento culturale e tematico necessario per sviluppare e mostrare le competenze che il mercato richiede.

Il progetto di ricerca svilupperà un Sistema Informativo 3D, multidisciplinare e implementabile, che rappresenti la fase propedeutica alla gestione, manutenzione e valorizzazione degli Itinerari dei Beni Culturali presso i comitati e le amministrazioni europee. Il sistema, per essere ampiamente applicabile, sarà a basso costo e facile da replicare, e ottimizzerà un canale innovativo di cooperazione tra ricercatori e professionisti attraverso l’uso di Protocolli Collaborativi BIM.

Scopri di più sul progetto prometheus








STUDIO PILOTA: UPPER KAMA



Lo studio comparativo dei siti mette in luce coerenza stilistica e forme e temi unitari tra il barocco moscovita e le influenze europee. I siti monumentali sono caratterizzati da architetture religiose simboliche e isolate, caratterizzate dall’uniformità stilistica degli elementi decorativi in ​​laterizio.

Il patrimonio architettonico di Upper Kama deriva da uno sviluppo culturale localizzato contenuto in una cornice storica ben definita, così come le influenze europee nei caratteri costruttivi e stilistici, diffuse attraverso scambi culturali lungo le rotte commerciali.

Un Percorso Culturale unico, per sviluppare pratiche di documentazione e digitalizzazione unificate finalizzate alla gestione amministrativa e alle pratiche di conservazione.













PRESENTAZIONE DEL PROGETTO



Esposizione e presentazione del progetto sul sistema di fortificazione medievale e della fortificazione ad anello della città.







Il nostro studio sulla città si è servito a posteriori di ricerche d’archivio e, successivamente di scansioni fotogrammetrie e laser scanner applicate ai monumenti. Ciò ha permesso la realizzazione di designi in 2D e di modelli tridimensionali.

Quest’ultimi sono stati utilizzati nel sistema GIS.

















Pile 3Dwelling – Restauro virtuale


Progetto di valorizzazione e monitoraggio dei legni del sito UNESCo Lucone di Polpenazze del Garda (BS)

Il progetto “Pile 3Dwellings” per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS) – sito UNESCO -, nasce grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia,competente per la tutela del territorio, la  Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, da cui dipende il Laboratorio per il Restauro del Legno Bagnato, la Fondazione “Piero Simoni”, ente gestore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo (BS), 7emezzo.biz e AerariumChain.




Il progetto si declina in differenti azioni che hanno come scopo quello di valorizzare le potenzialità del sito del Lucone, uno dei siti più importanti in Europa per la conservazione di elementi strutturali in legno appartenenti all’alzato. Si tratta di parti di pareti, travi, capriate, frammenti di davanzali, soglie, porte che, dopo un attento lavoro di documentazione e restauro, potranno consentire una ricostruzione sempre più accurata scientificamente di case in legno di 4000 anni fa.

Il progetto prevede sia una ricostruzione virtuale interattiva che permetterà al visitatore di consultare la collocazione e lo stato di conservazione di alcuni elementi inseriti nella scena virtuale, sia una campagna di monitoraggio tramite scansioni laser di diversi reperti lignei rinvenuti negli anni. Il progetto consentirà dunque di seguire il progressivo restauro e studio degli straordinari reperti del Lucone.




PILE 3DWELLING

Progetto per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS)




SCANSIONI

Sono state condotte diverse scansioni tridimensionali fotogrammetriche di reperti ceramici e di altri manufatti conservati al MAVS,  utili alla ricostruzione virtuale della palafitta









Sulle due travi in legno di quercia della lunghezza di 8 m, caratterizzate da 25 fori quadrangolari, ritrovamento eccezionale della campagna di scavo del 2015 e che costituisce un unicum nell’ambito dell’archeologia preistorica dei siti palafitticoli, la scansione è stata effettuata da AerariumChain utilizzando uno scanner a luce strutturata.


IL RESTAURO VIRTUALE

1 – Restauro virtuale e integrazione scansioni

Le scansioni (a sinistra) sono state post processate per essere inserite in altri flussi di lavoro e ricostruite virtualmente per ricreare la loro forma originale. Sotto: a sinistra la scansione di una delle due travi colorata artificialmente; a destra le anomalie della scansione.


2 – Retopology


Le scansioni integrate vengono ri-descritte con una topologia poligonale a quadrati
invece che a triangoli; le anomalie vengono chiuse e si creano mappe UV per le texture.

3 – Baking delle texture 

Le scansioni vengono poi caratterizzate dalle caratteristiche della superficie e le venature del legno delle travi originali, per conferire al modello un aspetto simile al vero. Il colore è restituito, non è quello originale perché alterato dal tempo. Sotto: le due travi a confronto con colori artificiali.


4 – Proposte di ricontestualizzazione delle travi

I modelli 3D sono stati poi analizzati metricamente e messi a confronto. Sembra che le due travi abbiano caratteristiche comuni e i fori, sebbene irregolari, siano stati creati con un ritmo comune. Si identificano perciò similitudini che portano a pensare all’uso contestuale e coevo delle due travi.

4.1 Passatoia, sentiero su zona umida

Immaginiamo una funzione non portante delle travi, che possano accogliere traverse e che la struttura sia appoggiata per terra con funzione di passatoia, sentiero in legno.





4.2 Scala

La parte delle punte potrebbe essere stata funzionale all’appoggio a terra della scala a pioli.


4.3 Parte terminale delle travi del tetto





Pile 3Dwelling – Scansioni

Progetto di valorizzazione e monitoraggio dei legni del sito UNESCo Lucone di Polpenazze del Garda (BS)

Il progetto “Pile 3Dwellings” per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS) – sito UNESCO -, nasce grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia,competente per la tutela del territorio, la  Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, da cui dipende il Laboratorio per il Restauro del Legno Bagnato, la Fondazione “Piero Simoni”, ente gestore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo (BS), 7emezzo.biz e AerariumChain.

Il progetto si declina in differenti azioni che hanno come scopo quello di valorizzare le potenzialità del sito del Lucone, uno dei siti più importanti in Europa per la conservazione di elementi strutturali in legno appartenenti all’alzato. Si tratta di parti di pareti, travi, capriate, frammenti di davanzali, soglie, porte che, dopo un attento lavoro di documentazione e restauro, potranno consentire una ricostruzione sempre più accurata scientificamente di case in legno di 4000 anni fa.

Il progetto prevede sia una ricostruzione virtuale interattiva che permetterà al visitatore di consultare la collocazione e lo stato di conservazione di alcuni elementi inseriti nella scena virtuale, sia una campagna di monitoraggio tramite scansioni laser di diversi reperti lignei rinvenuti negli anni. Il progetto consentirà dunque di seguire il progressivo restauro e studio degli straordinari reperti del Lucone.

Il Museo Archeologico Valle Sabbia

Le collezioni del MAVS (Museo Archeologico Valle Sabbia) – Gavardo (BS) offrono al visitatore il quadro in continua evoluzione delle conoscenze riguardanti la Preistoria e la Storia della comunità umana e delle sue strategie insediative ed economiche in Valle Sabbia e più in generale nell’area gardesana occidentale. Particolare attenzione è accordata al gruppo di abitati palafitticoli di Lucone di Polpenazze e all’abitato del Lucone D, oggetto della ricostruzione virtuale interattiva nell’ambito del progetto Pile 3Dwelling. All’interno della sezione sono presenti reperti di natura ceramica, lignea e carpologica conservati in maniera ottimale grazie alle particolari condizioni ambientali.




SCANSIONI SUI REPERTI

Sono state condotte diverse scansioni tridimensionali fotogrammetriche di reperti ceramici e di altri manufatti conservati al MAVS,  utili alla ricostruzione virtuale della palafitta. I modelli risultanti dalle scansioni saranno inseriti nella ricostruzione virtuale interattiva. 

Monitoraggio delle travi in legno con Scanner a luce strutturata

Sulle due travi in legno di quercia della lunghezza di 8 m, caratterizzate da 25 fori quadrangolari, ritrovamento eccezionale della campagna di scavo del 2015 e che costituisce un unicum nell’ambito dell’archeologia preistorica dei siti palafitticoli, la scansione è stata effettuata da AerariumChain utilizzando uno scanner a luce strutturata. 

La tecnica di ripresa utilizzata è la fotogrammetria 3D – SfM (Structure from Motion), un sistema non invasivo che permette di ottenere una scansione 3D di un oggetto senza toccarlo o misurarlo direttamente. 

Un’ulteriore scansione a distanza di un mese, confrontata con la prima, permetterà di riscontrare eventuali differenze o segni di deterioramento dei reperti e di intervenire al fine di preservarli al meglio. I modelli 3D ad alta definizione, inseriti nella ricostruzione, potranno essere interrogati dall’utente restituendo informazioni sullo stato di conservazione e sul monitoraggio.

Scansione fotogrammetrica dei reperti ceramici

Per la scansione fotogrammetrica dei reperti ceramici ci siamo avvalsi dell’utilizzo di specifiche strumentazioni (fotocamere reflex professionali con obiettivi opportunamente calibrati), con la finalità di ottenere un archivio di immagini fotografiche uniformi nei parametri di esposizione, di tonalità, di saturazione, ed ottenere un modello tridimensionale fotogrammetrico altamente affidabile.

Le diverse forme ceramiche prese in esame sono state selezionate come campioni rappresentativi per via della loro morfologia e tipologia: dai recipienti da mensa (tazze, ciotole e boccali) o per servire e conservare bevande (anfore), a quelli per cucinare (scodelle e vasi troncoconici) fino ai grandi vasi per conservare derrate alimentari di vario tipo (orci e dolii). 

I reperti di dimensioni ridotte sono stati scansionati all’interno di una lightbox posizionati su una pedana girevole comandata a distanza con un controller, mentre per il vaso biconico la scansione è avvenuta 

SCOPRI DI PIù SULLA SCANSIONE 3D


La presenza di reperti provenienti dalle ricerche archeologiche sul campo e il continuo confronto con le fonti e lo studio dei dati scientifici contribuiscono a rendere l’ambientazione della ricostruzione il più verosimile possibile rispetto alla realtà storica. Ricollocando gli oggetti e gli elementi strutturali nel contesto originale è possibile comprendere la tecnica costruttiva e la particolare architettura delle palafitte, su cui restano ancora aperti degli interrogativi. Sarà inoltre possibile seguirne il processo di restauro e di studio


INTERVENTI CONCLUSI

PILE 3DWELLING

Progetto per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS)


RESTAURO VIRTUALE

Le scansioni delle travi in legno sono state «pulite», ridimensionate per essere inserite in altri flussi di lavoro e ricostruite virtualmente per ricreare la loro forma originale. 

Progetto Europeo Prometheus – Scansioni 3D a Danzica, Polonia

Siamo orgogliosi di annunciare che Metaheritage s.r.l. è ufficialmente parte del progetto di ricerca europeo Prometheus. 

Seguiranno ulteriori aggiornamenti perché il processo è in corso di rimodulazione. 

L’obiettivo di PROMETHEUS è quello di attuare un’azione interdisciplinare per la documentazione e la catalogazione delle informazioni sui beni architettonici, stimolando la formazione dei ricercatori sul valore costruttivo e storico dei Percorsi dei Beni Culturali.

La ricerca svilupperà metodologie innovative di digitalizzazione dell’architettura con l’integrazione di dati multidisciplinari e modelli informativi prodotti da figure specializzate in grado di operare sui beni del patrimonio.

Una prima azione come caso studio pilota, praticata sui monumenti presenti nel percorso di Upper Kama (Russia), è finalizzata alla definizione una “Charta”, per permetterne la replicabilità. La rete di ricercatori dei diversi settori coinvolti favorisce l’ampliamento culturale e tematico necessario per sviluppare e mostrare le competenze che il mercato richiede.

Il progetto di ricerca svilupperà un Sistema Informativo 3D, multidisciplinare e implementabile, che rappresenti la fase propedeutica alla gestione, manutenzione e valorizzazione degli Itinerari dei Beni Culturali presso i comitati e le amministrazioni europee. Il sistema, per essere ampiamente applicabile, sarà a basso costo e facile da replicare, e ottimizzerà un canale innovativo di cooperazione tra ricercatori e professionisti attraverso l’uso di Protocolli Collaborativi BIM.


studio pilota: upper kama

Lo studio comparativo dei siti mette in luce coerenza stilistica e forme e temi unitari tra il barocco moscovita e le influenze europee. I siti monumentali sono caratterizzati da architetture religiose simboliche e isolate, caratterizzate dall’uniformità stilistica degli elementi decorativi in ​​laterizio.

Il patrimonio architettonico di Upper Kama deriva da uno sviluppo culturale localizzato contenuto in una cornice storica ben definita, così come le influenze europee nei caratteri costruttivi e stilistici, diffuse attraverso scambi culturali lungo le rotte commerciali.

Un Percorso Culturale unico, per sviluppare pratiche di documentazione e digitalizzazione unificate finalizzate alla gestione amministrativa e alle pratiche di conservazione.


Musei Reali di Torino – Riproduzioni archeologiche




In occasione del nuovo allestimento della Galleria Archeologica dei Musei Reali di Torino, abbiamo realizzato supporti e riproduzioni accessibili e repliche archeologiche del tutto fedeli a tre opere presentate. Questo nuovo percorso di visita si snoda in dieci sale e raccoglie più di 1000 opere, alcune delle quali mai esposte prima.

“Il patrimonio del Museo di Antichità è stato messo in scena come un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio, che ripercorre la nascita delle prime collezioni per poi avventurarsi lungo la Galleria delle Sculture, sulla quale si affacciano le sale riservate alle diverse civiltà, da esplorare liberamente. Il percorso è scientificamente aggiornato secondo gli ultimi risultati degli studi internazionali ed è stato concepito fin dall’inizio secondo il principio del design for all.

crediti Musei Reali – Studio Gonella


Riproduzioni archeologiche

Le riproduzioni archeologiche sono destinate all’esposizione come soluzione per sostituire un reperto durante il periodo di prestito per una mostra o come vero e proprio oggetto prestato per ridurre i rischi legati al trasporto e alla movimentazione, soprattutto nel caso di pezzi che presentano fragilità o un’alta probabilità di danneggiamento. Ci è stato richiesto di realizzare le riproduzioni di tre reperti provenienti dalla collezione archeologica, che si distinguono per il loro grandissimo valore storico e artistico. La testa di una statua di Cleopatra VII, il ritratto scultoreo di Cesare, ritenuto uno dei più somiglianti nei tratti al volto del condottiero romano e il rilievo assiro del re Sargon II, una delle più raffinate rappresentazioni del sovrano.

Testa di Sargon II

Una finissima rappresentazione del sovrano assiro Sargon II (717 – 707 a.C.) di cui si apprezza la cura nella rappresentazione dei dettagli del viso, incorniciato dall’elaborata acconciatura a ciocche e riccioli e dalla lunga barba, e la tipica tiara ​regale troncoconica a puntale, espressioni della regalità del sovrano. Il rilievo si sviluppa in altezza per 88,7 cm per una larghezza massima di 51,2 cm e una profondità di 12,5 cm. 


Testa da statua di Cleopatra

La testa proviene da una statua della sovrana Tolemaica datata alla seconda metà del I secolo a.C. Realizzata in marmo di Thasos, è testimonianza di quei secoli di grandi scambi culturali fra tradizioni locali, Oriente e Occidente, che, da Alessandro Magno in poi, viene detta koiné culturale (termine che definisce la diffusione e commistione di linguaggi artistici e letterari di forte matrice greca in un’area del Mediterraneo sempre più vasta). La testa ha le dimensioni di 31 cm di altezza, 18, 4 cm di larghezza e una pronfondità di 20,7 cm. 


Ritratto di Cesare

Ritratto proveniente dal foro di Tusculum, preziosissima testimonianza artistica probabilmente contemporanea a Cesare stesso. La resa molto verosimile di un uomo che sta invecchiando, stempiato e con rughe profonde, potrebbe corrispondere al suo aspetto all’età di 56 anni. Il ritratto è alto 45,5 cm, largo 23,5 cm per una profondità massima di 19,4 cm. 


creazione del modello 3d

Per ottenere le riproduzioni, siamo partiti da una scansione fotogrammetrica a camera libera del reperto. La fotogrammetria tridimensionale è una soluzione rapida e estremamente efficace in questi casi: per ogni scatto una macchina fotografica impressiona dai 12 ai 50-60 milioni di pixel, permettendo un’acquisizione ad alta definizione, che incorpora anche informazioni spaziali.


stampa della riproduzione

La stampa 3D risultante dal modello acquisito con fotogrammetria


Il modello 3D elaborato digitalemente è stato stampato utilizzando una stampante 3D a resina (LFS – Low Force Stereolithography). 


rielaborazione manuale

La stampa 3D ottenuta viene eleborata manualmente per accrescere il più possibile il grado di fedeltà rispetto all’originale, nella sua forma, colore e texture. Dopo aver scartavetrato, stuccato e rifinito la stampa, viene dipinta con colori a tempera, a copia dell’originale e finita con vernice trasparente opacizzante. 



Le stampe potranno essere prestate ai musei che ne faranno richiesta per essere esposte nelle loro sedi al posto delle originali. Questa soluzione è stata adottata per ridurre i rischi legati al trasporto e alla movimentazione di reperti unici nel loro genere, testimonianze tanto preziose quanto fragili.


Testa di Sargon: l’originale a confronto con la replica archeologica

ULTIMI AGGIORNAMENTI


Dal 19 febbraio 2022 apre al pubblico la Galleria Archeologica, un’inedita sezione dedicata alle civiltà del Mediterraneo antico, dove sono custoditi reperti di rara bellezza e di inestimabile valore storico.

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Pile 3Dwelling (in corso)

Progetto di valorizzazione e monitoraggio dei legni del sito UNESCO Lucone di Polpenazze del Garda (BS)

Il progetto “Pile 3Dwellings” per la comunicazione, il monitoraggio e la valorizzazione per il sito archeologico Lucone di Polpenazze (BS) – sito UNESCO -, nasce grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia,competente per la tutela del territorio, la  Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, da cui dipende il Laboratorio per il Restauro del Legno Bagnato, la Fondazione “Piero Simoni”, ente gestore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo (BS), 7emezzo.biz e AerariumChain.

Il progetto si declina in differenti azioni che hanno come scopo quello di valorizzare le potenzialità del sito del Lucone, uno dei siti più importanti in Europa per la conservazione di elementi strutturali in legno appartenenti all’alzato. Si tratta di parti di pareti, travi, capriate, frammenti di davanzali, soglie, porte che, dopo un attento lavoro di documentazione e restauro, potranno consentire una ricostruzione sempre più accurata scientificamente di case in legno di 4000 anni fa.

Il progetto prevede sia una ricostruzione virtuale interattiva che permetterà al visitatore di consultare la collocazione e lo stato di conservazione di alcuni elementi inseriti nella scena virtuale, sia una campagna di monitoraggio tramite scansioni laser di diversi reperti lignei rinvenuti negli anni. Il progetto consentirà dunque di seguire il progressivo restauro e studio degli straordinari reperti del Lucone.

Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino

Il fenomeno delle palafitte ha caratterizzato l’area alpina nel corso di un vastissimo arco temporale che dal Neolitico arriva sino all’Età del Ferro (5300-500 a.C.). Le particolari condizioni ambientali lungo le rive di laghi, fiumi, stagni e paludi, dove sorgevano gli abitati, hanno preservato in maniera ottimale questi manufatti unici, preziosa fonte per la ricostruzione storica, economica e naturalistica. 

Nel giugno del 2011 il sito seriale transnazionale “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” è stato inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. I 111 luoghi selezionati, tra circa 1000 esistenti, sono dislocati tra Svizzera, Francia, Germania, Austria, Slovenia e Italia, dove sono 19 tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino e Friuli Venezia Giulia. 

Le aree archeologiche sono state scelte in quanto rappresentative a livello cronologico e geografico del fenomeno, illustrative di variabili strutturali, con condizioni di conservazione adeguate e con un potenziale per indagini future e per valorizzazione e divulgazione, anche in relazione a musei e parchi naturali. La creazione del sito UNESCO sottolinea l’unicità di questi contesti e l’eccezionalità dei ritrovamenti, ma anche la loro fragilità che necessita di un maggiore impegno per preservarli a vantaggio delle generazioni future.



Il sito di Lucone di Polpenazze è iscritto al sito seriale transnazionale UNESCO “Pile dwellings around the Alps”. Oltre l’assoluta importanza storico-culturale dei siti che hanno aderito, la rete costituisce un valido esempio di collaborazione internazionale che ha permesso la progettazione e lo sviluppo di progetti di ricerca complessi, eventi congiunti e bandi di ricerca.



L’area gardesana e Polpenazze del Garda 

L’area del Lago di Garda è fondamentale per lo studio delle palafitte dell’Età del Bronzo in Italia. Sono presenti insediamenti sia lungo le coste meridionali, che nelle torbiere, in antichità occupate da piccoli laghi. 

Il Lucone di Polpenazze è uno dei bacini inframorenici più estesi tra quelli del gardesano, posto a Ovest del lago, in provincia di Brescia. Le prime indagine archeologiche risalgono solamente agli anni ’60 del XX secolo e le successive ricerche hanno portato all’individuazione di 5 insediamenti differenti. 

La prima occupazione umana del bacino risale al IV millennio a.C. (Lucone C), ma il momento di massima frequentazione si data alla fase antica e media dell’Età del Bronzo tra il 2200 e il 1400 a.C. circa (Lucone A,B,D,E).

Il sito Lucone D


Dal 2007 il Museo Archeologico della Valle Sabbia, con il sostegno economico di Regione Lombardia e dei comuni di Gavardo e Polpenazze del Garda, ha ripreso le ricerche con uno scavo nel sito Lucone D, sul lobo orientale del bacino, già oggetto di un piccolo saggio nel 1986. La particolarità di questo abitato, di durata limitata rispetto agli altri, risiede nell’incendio che lo ha interessato non molti anni dopo la sua prima costruzione. Numerose case sono bruciate, causando il crollo in acqua di strutture in legno e restituendo agli studiosi molti elementi che di solito non si conservano: nella maggior parte dei casi, infatti, di questo tipo di abitazioni vengono rinvenuti solo i pali verticali di sostegno.


Ogni anno dall’area di scavo provengono numerosi manufatti in ceramica, osso, pietra e metallo, oggetti funzionali e ornamentali, testimoni delle abitudini di vita degli abitanti delle palafitte, ossi di animali e resti vegetali, che forniscono informazioni sulla loro dieta e economia, ma anche semi, spighe e polline, che permettono di ricostruire l’ambiente naturale circostante. 




Gli elementi lignei rinvenuti finora sono oltre 1300 (zappe, recipienti, vassoi, suppellettili, …) e vengono progressivamente sottoposti ad analisi dendrocronologiche che hanno stabilito, ad oggi, che i pali ricavati dagli alberi abbattuti in epoca più antica risalgono al 2034 a.C. e i più recenti al 1967 a.C. L’abitato deve avere quindi avuto una durata di circa 70 anni, durante i quali si è verificato l’incendio. 


Tra i manufatti in legno degli ultimi anni si possono citare un manico decorato di uno strumento in legno di difficile identificazione, rinvenuto nel 2018 e un manufatto ligneo, provvisoriamente interpretato come gerla, composto da un elemento a forcella che racchiudeva un intreccio vegetale, rinvenuto nel 2019. Negli anni precedenti erano state individuate due travi in legno di quercia, lunghe 8 metri e caratterizzate da 25 fori quadrangolari e nel corso dell’ultima campagna di scavo, conclusa nell’agosto 2020, è stata riportata alla luce una porta con asole e chiavistelli datata al 2034 a.C.  



Monitoraggio degli elementi lignei

In questo contesto di scoperte di inestimabile valore, risulta fondamentale conoscere e monitorare la condizione dello stato di conservazione degli elementi lignei. L’obiettivo è duplice: evitare un possibile deterioramento una volta portati alla luce, ma soprattutto aumentarne la durabilità nel tempo.


La soluzione di monitoraggio identificata è quella proposta dalla startup AerariumChain. Grazie all’impiego di nuove tecnologie e strumentazioni ad alta precisione, il sistema consente un controllo affidabile e facilmente ripetibile delle condizioni dei reperti.

AerariumChain utilizza attualmente scanner a luce strutturata, i quali forniscono modelli 3D ad alta definizione dei reperti. Comparando diverse scansioni, grazie a sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, è possibile identificare precocemente fenomeni di deterioramento del reperto, ma anche avviare per tempo i processi curativi necessari.

Il monitoraggio, basato su tecnologie all’avanguardia, diventa anche un driver per la creazione di nuove modalità di fruizione, tra cui la ricostruzione 3D, la realtà aumentata e la stampa 3D per incrementare l’accessibilità dei musei.


Intervento di ricostruzione 3D

Lo scopo dell’intervento di è ricollocare nel contesto originale gli elementi lignei e i reperti che sono stati rinvenuti durante le campagne archeologiche, al fine di comprendere l’architettura dei complessi abitativi palafitticoli, la tecnica costruttiva delle strutture portanti e il loro assemblaggio. 

La ricostruzione 3D costituisce un punto di arrivo per questi primi 15 anni di analisi e ricerche multidisciplinari condotte su questo sito. Oltre all’architettura, infatti, verranno rappresentati puntualmente la flora, la fauna e le coltivazioni coeve che caratterizzavano l’ambiente circostante l’abitato D. All’interno della ricostruzione virtuale verranno anche inserite le scansioni dei manufatti rinvenuti e degli oggetti lignei monitorati. La ricostruzione 3D è interattiva e permette all’utente di consultare in tempo reale la collocazione, lo stato e i dati di conservazione del legno. 

Il flusso di lavoro (workflow) è caratterizzato da un ambiente condiviso on line per la gestione e l’archiviazione dei dati. Per gestire l’avanzamento del lavoro viene utilizzato Gitlab. Tutti i software utilizzati sono open-source, come per esempio il modellatore utilizzato (Blender) oppure l’ambiente di sviluppo della scena 3D (Unreal Engine 4). 


INTERVENTI CONCLUSI

SCANSIONI

Sono state condotte diverse scansioni tridimensionali fotogrammetriche di reperti ceramici e di altri manufatti conservati al MAVS,  utili alla ricostruzione virtuale della palafitta


RESTAURO VIRTUALE

Le scansioni delle travi in legno sono state «pulite», ridimensionate per essere inserite in altri flussi di lavoro e ricostruite virtualmente per ricreare la loro forma originale. 


ULTIMI AGGIORNAMENTI

Presentazione risultati campagna di scavo 2021 al Lucone di Polpenazze


Martedì, 21 Settembre, 2021

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2021, venerdì 24 settembre alle ore 17:00, presso la Soprintendenza BAP-BG-BS, via G. Calini (BRESCIA), ci sarà la conferenza “Novità dagli scavi della palafitta del Lucone di Polpenazze”, tenuta da Marco Baioni, direttore degli scavi e del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo.

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Lo stesso giorno, alla ore 18:00 presso l’Info Point, Palazzo Martinengo Cesaresco (BRESCIA), ci sarà la visita guidata a “Palafittes, patrimonio dell’Umanità”
▸ La prenotazione è obbligatoria: inviare una mail a claudia.pepe@beniculturali.it entro le 18:00 di mercoledì 22 settembre.

☛ Per la partecipazione agli eventi, sarà necessario essere in possesso di GREEN PASS



Museo Diffuso di Angera (VA) – Digitalizzazione reperti archeologici



Scansioni e stampa 3D di reperti archeologici per la creazione di percorsi tattili

Abbiamo supportato il museo in numerosi aspetti della valorizzazione del patrimonio: dallo sviluppo dell’immagine coordinata alla produzione di materiale grafico e divulgativo, dalla co-progettazione di momenti formativi alla documentazione e alla riproduzione di opere e reperti, fino allo sviluppo di percorsi tattili e accessibili grazie all’uso della stampa 3D.

Scopri di più sulla realizzazione di repliche archeologiche



interventi COMUNICATIVI CONCLUSI

INTERVENTO COORDINATO 

 

Abbiamo prodotto elementi di comunicazione integrata con del materiale stampato relativo al Museo Diffuso e assistito il museo archeologico nell’arricchire la documentazione digitale dei reperti e realizzato percorsi tattili innovativi grazie alla stampa 3D.


Produzione di elementi di comunicazione integrata

 

Rigenerazione del materiale stampato (cartina pieghevole) che raccorda tutti i monumenti, punti di interesse – POI – e eccellenze locali relativi al territorio comunale.


I reperti scansionati

Quattro sono finora i reperti del museo di cui è stata realizzata una replica: a tre contenitori ceramici di età romana facenti parte della Collezione Pigorini Violini Ceruti, tra i pochi reperti superstiti degli scavi ottocenteschi condotti presso la necropoli romana di Angera, si è aggiunta di recente una quarta replica di un oggetto preistorico di grande pregio: si tratta di un “Vaso a fruttiera” preistorico, un contenitore ceramico di grandi dimensioni risalente al Neolitico Antico (circa 7000 anni fa), scoperto nel 2004 durante gli scavi archeologici condotti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio nei pressi dell’odierno cimitero della città. 


Repliche che hanno permesso di “far uscire” i reperti dalle vetrine, in modo da implementarne la comprensibilità ed accessibilità grazie alla realizzazione di veri e propri percorsi tattili all’interno del Museo Archeologico.


Scansione 3D

In collaborazione con Associazione di Promozione Anemos, abbiamo assistito il museo nell’arricchire la documentazione digitale dei propri reperti tramite fotogrammetria 3D e, ricorrendo alla stampa 3D degli stessi, abbiamo progettato e realizzato percorsi tattili innovativi. Il ricorso alla fotogrammetria 3D è estremamente utile per la documentazione di reperti antichi o molto fragili, poiché permette di ottenere una replica digitale in alta risoluzione di un oggetto senza contatto diretto. Per queste ragioni è particolarmente apprezzata dagli Enti preposti alla Tutela e Conservazione del Patrimonio (Soprintendenze), ma anche dai Musei in prima linea nella valorizzazione: dalla scansione ottenuta infatti è successivamente possibile ottenere una replica 3D del reperto che i visitatori potranno ammirare da vicino e toccare direttamente.




Scopri di più sul corso di Scansione 3D dell’Associazione Anemos



Stampa 3D

I manufatti scansionati sono stati riprodotti con l’ausilio della stampa tridimensionale. La stampa è stata effettuata con macchine ad estrusione termica che hanno permesso di creare dei modelli plastici bianchi molto leggeri ma resistenti. Possono essere manipolati senza paura da parte dei
visitatori, che possono toccare con mano i reperti, ed essendo infrangibili, sono adatti anche ai più piccoli. Inoltre questo tipo di supporto per la didattica è perfetto per tutte quelle categorie di disabilità visive che non possono percepire con gli occhi la realtà circostante. Grazie a questo sistema e ad altri percorsi che integra il museo archeologico di Angera, come il sistema descrivedendo , permettono alla persona ipo- o cieco di osservare i manufatti esposti con la manipolazione. 



CIVICO MUSEO ARCHEOLOGICO


Il Civico Museo Archeologico e Diffuso di Angera (VA), sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, è una perla che permette di riscoprire la storia più antica del Basso Verbano, dal Paleolitico fino alla fine dell’età romana. In questo luogo è possibile viaggiare nel tempo, tra strumenti preistorici in selce, gioielli celtici, manufatti romani, semi antichi e panini di 2000 anni fa perfettamente conservati. Il Museo Diffuso ripercorre e comunica 15.000 anni di storia del territorio, valorizzando il patrimonio culturale della città.


Scopri di più sul Civico Museo Archeologico di Angera


Mantova, Palazzo Te – Scansioni 3D





Nella meravigliosa cornice di Palazzo Te a Mantova abbiamo realizzato le scansioni 3D dei rilievi cinquecenteschi della Camera delle Cariatidi. Gli stucchi , originariamente collocati a Palazzo Ducale, sono stati spostati a seguito di un intervento di restauro del palazzo del 1813. Grazie alla stampa dei modelli risultanti dalle nostre scansioni, le decorazioni raffiguranti le cariatidi potranno tornare a essere apprezzate nella loro sede originale. 

palazzo te e la camera delle cariatidi

L’intero complesso, decorato tra il 1525 e il 1535, fu ideato e realizzato da Giulio Romano (1499 – 1546) per Federico II Gonzaga (1500 – 1540) come luogo destinato all’ozio del principe e ai fastosi ricevimenti. Sebbene anche esternamente si conservino tracce di zone affrescate, è soprattutto negli interni che il visitatore può apprezzare la preziosa decorazione ad affresco e i raffinatissimi stucchi che ornano la villa.

Scopri di più su Palazzo Te




La Camera delle Cariatidi è l’ambiente del palazzo che nel tempo ha subito le trasformazioni più radicali. Agli apparati originali visibili nei tondi della fascia superiore del fregio, probabilmente opera di Nicolò da Milano, sono stati accostati gli stucchi cinquecenteschi provenienti da palazzo Ducale, realizzati su disegno di Giulio Romano per l’appartamento vedovile di Isabella d’Este e per l’appartamento di Troia. Di questa integrazione, frutto di un intervento dello Staffieri del 1813, fanno parte le cariatidi da cui la camera prende il nome, i telamoni e i pannelli raffiguranti le tre parti del giorno della fascia sottostante. 


Scopo del progetto è stato dunque ottenere una replica virtuale delle opere, da restaurare digitalmente, asportando le modifiche e integrazioni apportate nei secoli ai bassorilievi riportandoli al loro aspetto cinquecentesco.
L’intervento è stato supportato da approfondite indagini storiche e di archivio, che hanno permesso di ricostruire la storia e la stratificazione degli adattamenti e delle modifiche apportate ai bassorilievi, ed ha permesso di ottenere una stampa 3D delle opere nella loro veste originaria cinqucentesca.

Abbiamo eseguito la scansione 3D con laserscanner delle opere, riadattandole virtualmente sulla base dei risultati delle ricerche storiche condotte sulle stesse. Infine, grazie alla stampa 3D, le repliche saranno alloggiate presso gli appartamenti di Palazzo Ducale da cui furono asportate, tornando a completarne la magnifica decorazione.



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3D Virtual Experience – Bunker Comando a Recoaro Terme (VI)




Incaricati da Terme di Recoaro s.p.a. e grazie alla collaborazione dell’Associazione Bunker Recoaro 1944-45 e del Museo delle Forze Armate 1914-1945 di Montecchio Maggiore, abbiamo ideato e realizzato il progetto di valorizzazione del Grande Bunker Comando, situato all’interno del compendio termale.

Un generale tedesco accompagna il visitatore lungo un percorso che narra la storia del luogo simbolo delle trattative di pace della II Guerra Mondiale, tramite visori immersivi e video a 360°, narratori virtuali posti all’interno di totem touch ricostruzioni 3D.

Il progetto prevede una comunicazione integrata che si articola on-site attraverso supporti rigidi e interattivi e visori immersivi e on-line attraverso l’ideazione di un logo personalizzato, la creazione di un sito internet dedicato e la produzione di un video promozionale.

Recoaro Terme è situato all’estremo occidentale della provincia di Vicenza, immerso in una valle verdeggiante, la Conca di Smeraldo, e circondato dalla catena delle Piccole Dolomiti.

Le sue fonti termali, attive dal XVII secolo ne hanno fatto una stazione curativa e idrotermale rinomata a livello europeo. Durante l’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale, l’intero compendio termale delle Regie Fonti di Recoaro fu scelto come quartier generale del feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante supremo delle forze tedesche in Italia. Proprio all’interno di uno dei bunker costruiti presso le Fonti, pesantemente colpite dai bombardamenti alleati dell’aprile del 1945, si stabilirono le premesse per la cessazione dei conflitti, che portarono pochi giorni dopo alla resa incondizionata ratificata a Caserta.

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Il Grande Bunker Comando è una delle più importanti testimonianze dell’impegnativo programma di costruzione di rifugi per la difesa antiaerea, intrapreso a Recoaro dalla primavera del ’44 su progetto e direzione dell’organizzazione Todt.

Il rifugio è dotato di 3 gallerie di ingresso che conducono alla grande sala centrale e un lungo corridoio laterale collega 13 uffici, che ospitavano ufficiali e addetti al controllo. La volta in cemento armato ha protetto gli ambienti dal pesante bombardamento aereo del 20 aprile 1945, che ha interessato e quasi totalmente distrutto l’area delle Regie Fonti.

Nei giorni immediatamente successivi, all’interno del Bunker Comando si riunirono il comandante della Wehrmacht e quello delle SS per prendere la decisione di chiedere la resa agli alleati. Con la capitolazione del gruppo d’armate tedesche si pose fine così alla guerra in Italia.

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VIDEO PROMOZIONALE

https://www.youtube.com/watch?v=diaC_uPzOxE

VIDEO A 360°

Indossando un visore che permette di visualizzare immagini a 360°, il visitatore inizia il percorso narrativo proiettato direttamente nella realtà storica del 1945, anno a cui risale l’ambientazione ricreata per la valorizzazione del bunker. 

Per le riprese è stato allestito un set con un’ambientazione fedele al contesto storico, che abbiamo elaborato grazie al confronto con esperti coinvolti nel progetto, con attori in divisa tedesca d’epoca, mezzi militari, trincee, check point e uffici dettagliatamente ricostruiti.

La strumentazione di cui ci siamo avvalsi per fornire il massimo delle prestazioni nel nostro intervento comprende l’uso di una camera sferica Insta360 Pro 2. Questo tipo di camera permette di registrare immagini a 360° a 8K, le riprese vengono convertite in una sfera e quando uno spettatore la riproduce in questo formato, il dispositivo visualizzerà l’area della scena osservata adattandosi in tempo reale mentre lo spettatore si guarda intorno. 



NARRATORE VIRTUALE

All’interno del bunker, all’inizio e alla fine del percorso di visita, sono stati installati due totem touch interattivi. Pigiando un pulsante sullo schermo touch, il totem viene attivato direttamente dal visitatore, che potrà così visualizzare il narratore virtuale che spiega i contenuti in un video della durata di circa 90 secondi. Il dispositivo è adatto anche a persone con disabilità motorie.

Il narratore, impersonato da un attore in costume, è un generale tedesco che descrive l’ambiente del bunker e racconta in prima persona le tappe storiche che hanno portato il comando insediato a Recoaro alla resa e alla fine della guerra. Per le riprese è stato allestito un set con ambientazione e oggetti d’epoca e l’attore è stato ripreso con la tecnica del green screen.

La sceneggiatura e i testi sono stati ideati e scritti dopo un attento confronto con professionisti esperti del periodo storico. In fase di post-produzione e montaggio sono state inserite immagini e video d’epoca, reperite grazie a una ricerca in testi di settore, che vengono visualizzate sullo schermo del totem come ausilio visivo alla spiegazione del narratore. 

Il set allestito per le riprese con la tecnica green screen


Il video dopo la fase di post-produzione


Il contenuto video inserito nel totem all’interno del percorso di visita


pannelli a traguardo ottico


All’interno del bunker erano presenti 13 uffici, ma oggi non rimane alcuna tracce dell’alzato. Grazie all’installazione di un pannello a traguardo ottico su cui è stata stampata una vista 3D ricostruttiva è possibile comprendere l’originale disposizione di uno degli uffici di comando. Utilizzando questo tipo di installazione si vedrà una sovrapposizione tra la ricostruzione e l’area attuale. Sui pannelli trasparenti è possibile anche stampare foto d’epoca posizionandoli poi negli stessi punti da cui è stata scattata la foto per permettere l’allineamento visivo.


Guardando attraverso i pannelli realizzati su misura è possibile vedere una sovrapposizione tra la ricostruzione 3D o foto del monumento stampata sul pannello trasparente e le rovine reali. I supporti permettono l’osservazione della ricostruzione 3D da un’altezza adatta a tutti, dal momento che il centro focale può essere adattato secondo le esigenze.


SITO WEB

Per la promozione di 3D Bunker Virtual Experience abbiamo creato un sito web dedicato. La pagina, che contiene il video promozionale, è utile per rintracciare informazioni riguardanti il luogo e l’esperienza di visita, oltre che indicazioni utili su orari di apertura e costi. Attraverso il sito è possibile per il visitatore verificare la disponibilità e prenotare direttamente il biglietto d’ingresso. 


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